Estonia

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LEstonia (in lingua estone: Eesti), ufficialmente Repubblica d'Estonia (in lingua estone: Eesti Vabariik), con capitale Tallinn, è una repubblica parlamentare situata nell'Europa nord-orientale, confinante a est con la Russia e a sud con la Lettonia e bagnata a nord e a ovest dal Mar Baltico, che la separa dalla Finlandia e dalla Svezia.

È il più settentrionale dei Paesi baltici, con i quali è spesso accomunata da simili vicende storiche; tuttavia la lingua e la cultura non sono di origine baltica ma ugrofinnica, come la vicina Finlandia, e per questo aspira maggiormente a essere considerata come un Paese nordico.

La superficie totale è pari a  km², mentre la popolazione totale è di abitanti.

È uno Stato membro dell'Unione europea, della NATO e dell'OCSE ed è anche uno dei Paesi firmatari del protocollo di Kyoto.

È stata protagonista di una crescita economica dal 2010, grazie alla ripresa della domanda estera e delle esportazioni verso i suoi principali partner commerciali scandinavi, Svezia e Finlandia.

Lo Stato è uno dei primi al mondo per innovazione, diffusione e utilizzo delle nuove tecnologie, come Internet e il commercio elettronico, tanto da aver avviato già nel 1997 il progetto e-Estonia. Sul territorio sono presenti circa 1 140 punti Wi-Fi.

L'Estonia è passata all'euro il 1º gennaio 2011, divenendo il diciassettesimo membro dell'eurozona, nella quale è uno degli Stati col più basso debito pubblico.

Storia

Le tribù ugro-finniche e l'Ordine teutonico

Il territorio corrispondente all'odierna Estonia è stato per lungo tempo oggetto di dominazioni straniere. Fu abitata fin dall'antichità da tribù di ceppo finnico, che si dimostrarono in grado di imporsi sulle limitrofe tribù slave e sui principati della Rus'. Nel Medioevo (XII-XIII secolo), l'Estonia fu contemporaneamente cristianizzata e portata sotto la dominazione germanico-teutonica: danese nella parte settentrionale e tedesca più a sud, in Livonia.

Il dominio svedese

Dagli inizi del XVI secolo fino alla grande guerra del Nord l'Estonia (come la Finlandia) rimase sotto il dominio dell'Impero svedese, che fu costretta a cederla all'Impero russo con il trattato di Nystad del 1721.

L'impronta generale del Paese, il sistema giudiziario, la religione protestante, le amministrazioni locali e regionali e il sistema educativo rimasero istituzioni di stampo prettamente germanico, fino alla fine del XIX secolo.

Il dominio degli zar russi si protrasse fino agli sconvolgimenti provocati dalla prima guerra mondiale e dalla Rivoluzione d'ottobre del 1917.

La Dichiarazione d'indipendenza del 1918 e la guerra del 1918-1920

A seguito della caduta degli zar, gli estoni colsero l'occasione di disorientamento russo per affermare la loro identità nazionale, risorta nel corso dell'Ottocento e la dichiarazione d'indipendenza avvenne il 24 febbraio 1918.

L'indipendenza estone non fu riconosciuta subito dall'Impero tedesco, che durante la prima guerra mondiale, a partire dall'ottobre del 1917 cominciò a occupare militarmente il territorio estone; L'occupazione militare si esaurì nel marzo del 1918, in seguito al trattato di pace Brest-Litovsk tra la Russia bolscevica e gli Imperi centrali. I bolscevichi, nel vuoto di potere lasciato dai tedeschi, rioccuparono l'Estonia. Ne scaturì una sanguinosa guerra di secessione tra estoni, aiutati dagli Stati occidentali, e russi.

Successivamente, come atto conclusivo della guerra d'indipendenza estone (1918-1920), fu firmato il trattato di Tartu che segnava i confini tra Unione Sovietica e Repubblica d'Estonia. Il nuovo Stato estone venne riconosciuto il 2 febbraio 1920. Entrò a far parte della Società delle Nazioni nel 1921.

Gli anni dell'indipendenza furono un momento positivo per diversi aspetti, sia economici sia culturali, che gli estoni rimpiangeranno durante il periodo post-bellico, di occupazione sovietica.

Nel periodo dell'indipendenza era attivo in Estonia un Istituto Italiano di Cultura a Tallinn. A capo di tale istituto vi era, in quegli anni, il giornalista Indro Montanelli.

Era del silenzio

Sul piano politico, il timore di una sovversione comunista spinse il governo a destra. Fin dal 1918, Konstantin Päts aveva proposto una forma di unione personale tra Finlandia ed Estonia, allora appena resisi indipendenti dalla Russia. Nel 1922 compì la prima visita ufficiale all'estero di un Primo ministro estone, in Finlandia.

Nel 1934, Päts, capo del governo insieme con Johan Laidoner, capo dell'esercito, assunsero il potere, violando la costituzione.

Iniziò così la cosiddetta Era del Silenzio, una forma di autoritarismo presidenziale di destra molto vicino alla dittatura, senza mai assumerne la forma, in cui il presidente Pats si dichiarò: Protettore dello Stato, contro la minaccia dei militanti di estrema destra chiamati Vaps. Questo periodo si protrasse, per alcuni storici fino al 1938, mentre per altri fino alla seconda guerra mondiale.

L'occupazione sovietica del 1940 e quella nazista nella seconda guerra mondiale (1941-1944)

Occupazione sovietica 1940

Durante la seconda guerra mondiale, dopo un accordo (clausola segreta del patto Molotov-Ribbentrop dell'agosto 1939) con la Germania nazista, l'Unione Sovietica occupò e si annesse unilateralmente il Paese e, per questo atto, venne espulsa dalla Società delle Nazioni. Gli Stati Uniti d'America, con la dichiarazione di Welles (23 luglio 1941), notificarono all'Unione Sovietica che essi non avrebbero mai riconosciuto come legittima tale annessione. Infine, con elezioni a lista unica e sotto intimidazioni i comunisti trasformarono il Paese nella Repubblica Socialista Sovietica Estone. Coloro che non avevano la prova del voto stampata sul proprio passaporto rischiavano di essere ammazzati con un colpo d'arma da fuoco alla nuca. Gli estoni dissidenti iniziarono a essere deportati. Questa prima occupazione sovietica influì profondamente sulla successiva scelta di molti estoni di allearsi a fianco dei tedeschi, come atto di resistenza ai sovietici.

Invasione tedesca e "soluzione finale"

In seguito allo scatenamento dell'operazione Barbarossa, nel 1941 e fino al 1944, la Germania nazista occupò i Paesi baltici. I tedeschi vennero accolti dalla resistenza estone come dei possibili liberatori dall'occupazione sovietica; quindi gli estoni su una popolazione di appena un milione di abitanti, fornirono 100 000 soldati, inquadrati in tutti gli eserciti tedeschi. Altri si allearono nell'esercito di resistenza della Finlandia contro l'Armata Rossa sovietica.

In realtà, i piani nazisti, delineati nel cosiddetto Generalplan Ost sotto l'impulso dei professori Konrad Meyer-Hetling e Walter Christaller e fortemente sostenuti dall'apparato delle SS di Heinrich Himmler, negavano il ritorno all'indipendenza estone e prevedevano la germanizzazione forzata dell'Estonia e di tutti i Paesi baltici: il territorio sarebbe stato destinato alla colonizzazione tedesca e le popolazioni autoctone "non germanizzabili" deportate nell'est. Inoltre anche in Estonia venne messo in atto il processo di annientamento della popolazione locale ebraica; con la collaborazione di elementi antisemiti baltici, le organizzazioni di distruzione tedesche (Einsatzgruppen) sterminarono i 2 000 ebrei estoni entro la fine del 1941 e Reinhard Heydrich poté definire l'Estonia, nel documento riassuntivo della Conferenza di Wannsee del 20 gennaio 1942, il primo Paese europeo judenfrei ("libero da ebrei").

Nell'offensiva del Baltico del 1944, nelle file dell'Armata Rossa combatté l'8º Corpo d'armata estone comandato dal generale Pern e furono queste truppe ad entrare a Tallinn il 22 settembre 1944.

La rioccupazione sovietica e la perdita dell'indipendenza (1944)

A guerra finita, l'Estonia fortemente indebolita non riuscì più a ritrovare la propria indipendenza e fu rioccupata diventando parte dell'Unione Sovietica, la quale sostenne che il patto Molotov-Ribbentrop, per l'annessione, fosse già stato stipulato con la Germania nazista prima dell'inizio delle ostilità e che conseguentemente l'Estonia avesse richiesto "spontaneamente" firmando, l'adesione all'Unione Sovietica.

I tentativi di Resistenza estone: i Fratelli della foresta

Fra i Fratelli della foresta, un movimento di resistenza anti-sovietica che aveva agito durante la seconda guerra mondiale, si distinse la figura di Alfons Rebane, pluridecorato militare estone, ufficiale della 20. Waffen-Grenadier-Division der SS Estland e uno degli artefici del movimento di resistenza ai soviet. I Fratelli della foresta furono attivi anche durante il periodo post-bellico di occupazione sovietica. Nel 1950, durante la guerra fredda, una commissione del Congresso degli Stati Uniti definì le divisioni Waffen-SS estoni, che avevano combattuto accanitamente a fianco dell'esercito tedesco sul fronte orientale fino a Berlino, "distinte dalle SS" e "non ostili" alla politica perseguita dal governo statunitense; ciò per cercare di giustificare pubblicamente l'appoggio dato a forze neo-naziste.

La forzata russificazione e la spersonalizzazione della cultura estone

Stalin proseguì nella politica di "russificazione" del territorio e di deportazione dei dissidenti estoni in Siberia. I sovietici imposero una sistematica politica di spersonalizzazione del popolo estone: ogni manifestazione esteriore dell'identità culturale estone venne proibita (ad esempio indossare abbigliamento con i colori nazionali era fuori legge), il patrimonio artistico e tutto ciò che poteva ricordare altre culture, specie se tedesca, fu depauperato.

L'azione repressiva sovietica

I danni materiali causati dalla fine della seconda guerra mondiale, aggravati dalla conseguente occupazione sovietica, rallentarono la crescita economica estone nel dopoguerra, creando come risultato un enorme divario nella ricchezza rispetto alle vicine Finlandia e Svezia. A partire dal 1991, con il restauro dell'indipendenza, l'economia dell'Estonia ha registrato una decisa ripresa, rallentata solo dalla crisi globale del 2008.

Nel periodo di occupazione sovietica ebbe un ru…

Testo tratto da Wikipedia - Estonia sotto la licenza CC-BY-SA-3.0 il 1 Agosto 2021

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