BulgariaBulgaria

La Bulgaria, ufficialmente Repubblica di Bulgaria (in bulgaro: България/Bălgarija, /bɤlˈgarijə/; ufficialmente Република България/Republika Bălgarija, /rɛˈpubliˌkə bɤlˈgarijə/), è uno Stato membro dell'Unione europea situato nella metà orientale della penisola balcanica.

Confina con il mar Nero a est, con la Grecia e la Turchia a sud, con la Serbia e la Macedonia del Nord a ovest e con la Romania a nord, da cui è divisa dal fiume Danubio. Con una superficie di la Bulgaria è il 14º Stato europeo per estensione. La sua posizione l'ha resa nel corso della storia un importante incrocio per varie civilizzazioni ed è infatti il luogo di ritrovamento di alcuni dei più antichi artefatti metallurgici, religiosi e culturali al mondo. La lunghezza complessiva dei confini bulgari è di 2 245 km, di cui 1 181 terrestri, 686 fluviali e 378 costieri. La rete stradale della Bulgaria è lunga 36 720 km, la rete ferroviaria 4 300 km.

Alcune culture preistoriche iniziarono a evolversi nelle terre bulgare durante il Neolitico. Inizialmente furono abitate dai Traci e successivamente dai Greci e dai Romani. La prima traccia di un'unificazione etnica e nazionale bulgara si data con l'avvento del Primo Impero bulgaro, il quale dominava la maggior parte dei Balcani e divenne il fulcro culturale dei popoli slavi durante l'Alto Medioevo. Dopo un periodo di dominio bizantino lo Stato bulgaro risorse. Con la caduta del Secondo Impero bulgaro nel 1396 i suoi territori finirono sotto il controllo dell'Impero ottomano per quasi cinque secoli.

La guerra russo-turca tra il 1877 e 1878 (chiamata in bulgaro освободителна/osvoboditelna, cioè "di liberazione") portò alla nascita del terzo Stato bulgaro, diventato indipendente nel 1908. Gli anni successivi videro numerosi conflitti con i Paesi vicini, i quali alla fine divennero la causa che spinse la Bulgaria ad allearsi con la Germania in entrambe le guerre mondiali. Nel 1946 divenne una repubblica comunista governata da un sistema politico a partito unico sino al 1989, quando il Partito Comunista Bulgaro in seguito alla caduta della cosiddetta "cortina di ferro" concesse le elezioni pluripartitiche. Dopo il 1990 la Bulgaria divenne una democrazia con un'economia di mercato.

La popolazione, composta da 6,9 milioni di persone, è principalmente urbana e vive soprattutto nei capoluoghi delle ventotto province. La maggior parte delle attività commerciali e culturali sono concentrate nella capitale Sofia. I settori lavorativi predominanti sono l'agricoltura, i servizi, il turismo, l'ingegneria energetica e l'industria leggera, tutti sostenuti dalle risorse naturali locali.

Dal 1991 la struttura organizzativa della politica deriva dall'adozione di una costituzione democratica. La Bulgaria è una repubblica parlamentare centralista con un alto tasso di centralizzazione politica, amministrativa ed economica. Dal 1º dicembre 2000 è membro della NATO. Fa parte dell'Unione europea dal 1º gennaio 2007 ed è membro del Consiglio d'Europa, dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OCSE) e ha preso parte per tre volte al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Storia

I bulgari sono un popolo molto antico e originario dell'Asia Centrale, originariamente di ceppo turcico. In particolare erano gli abitanti della Bulgaria del Volga; giunsero nell'attuale Bulgaria nel corso del VII secolo, dove si fusero con la popolazione locale – soprattutto Slavi (di cui adottarono la lingua) e Traci – per formare il primo Stato bulgaro: il Khanato bulgaro del Danubio. Nei secoli successivi (cristianizzandosi nell'anno 865) la Bulgaria lottò con esito alterno contro l'Impero bizantino e il Patriarcato di Costantinopoli per far valere la sua posizione nei Balcani. Nel corso della seconda metà del XIV secolo la nazione venne invasa e gradualmente annessa dal nascente Impero ottomano.

La Bulgaria riconquistò la sua indipendenza come conseguenza della rivolta d'aprile (1876), organizzata e guidata dagli eroi nazionali Vasil Levski e Hristo Botev, la cui repressione crudele spinse l'Impero russo a dichiarare guerra all'Impero ottomano nell'aprile 1877. Grazie al trattato di Santo Stefano che mise fine alla guerra, la Bulgaria fu proclamata un principato tributario dell'Impero ottomano il 3 marzo 1878. Esso fu rivisto il 13 luglio dal trattato di Berlino, che ridimensionò fortemente il territorio bulgaro, ma portò il consenso delle potenze occidentali al principato autonomo. Il terzo Stato bulgaro riacquisì inoltre la provincia autonoma della Rumelia orientale il 6 settembre 1885 (festa nazionale), raggiungendo più o meno le dimensioni odierne. La proclamazione del regno e la completa indipendenza, così come il suo riconoscimento internazionale, avvennero il 22 settembre 1908. Tra il 1912 e il 1913 fu coinvolta nelle due guerre balcaniche, la prima in alleanza con tutti gli altri Stati balcanici contro la Turchia e la seconda da sola contro gli altri Stati della penisola balcanica, durante le quali il territorio bulgaro variò le sue dimensioni, prima in aumento – fino quasi alle dimensioni previste dal trattato di Santo Stefano – e poi in riduzione.

Durante la prima guerra mondiale e successivamente durante la seconda guerra mondiale la Bulgaria si trovò a combattere per la parte perdente. Nel 1923 e 1934, con l'appoggio del monarca Boris III, attraverso due colpi di Stato di ispirazione fascista furono messe fuori legge le forze democratiche. Una rivolta popolare organizzata dal partito comunista nel settembre del 1923 venne soffocata nel sangue.

Alleata della Germania nazista, nel 1941 consentì il transito delle truppe tedesche che invasero la Grecia, dichiarando poi guerra al Regno Unito e agli Stati Uniti, ma non all'Unione Sovietica. Nel 1943 il tentativo di deportare gli ebrei bulgari verso i campi di sterminio venne sventato dall'intervento del vicepresidente del Parlamento Dimităr Pešev e dal movimento popolare di opposizione. Il patriarca Stefan di Sofia si schierò contro le retate dei nazisti e, assieme al vescovo Kiril e al presidente del Santo Sinodo Neofit della città di Vidin, scrisse un documento al re Boris. Il metropolita Kiril, alla testa di trecento fedeli ortodossi, riuscì a bloccare la partenza di 8 500 ebrei che i nazisti stavano caricando sui treni.

Il 9 settembre 1944 il regime monarchico, ormai allo sbando, venne abbattuto dalle forze filo-sovietiche riunite nel Fronte della patria. Questo fatto fu diretta conseguenza della dichiarazione di guerra del 5 settembre 1944 da parte dell'Unione Sovietica, le cui truppe si erano prima attestate ai confini, per poi invadere nei giorni successivi il suo territorio.

A ottobre del 1944 il generale Vörös, capo di Stato maggiore generale ungherese, si recò in visita in Germania, presso il quartier generale di Hitler a Mauerwald, nella Prussia Orientale per rassicurare i tedeschi della sua lealtà. In quella occasione, Guderian, capo di stato maggiore generale dell'esercito tedesco, regalò al collega bulgaro una Mercedes. Qualche giorno dopo, il 15 ottobre 1944, lo stesso Vörös usò la sua nuova macchina di lusso per recarsi dai sovietici che occupavano già la maggior parte del Paese.

L'esercito bulgaro combatté assieme ai sovietici per la liberazione della Jugoslavia, dell'Ungheria e dell'Austria. La Bulgaria cadde infine nella sfera d'influenza dell'Unione Sovietica e divenne una repubblica popolare nel 1946 (Repubblica Popolare di Bulgaria (RPB), in bulgaro: Народна република България, Narodna Republika Bălgariya); tra il 1946 e il 1948 gli spazi democratici si restrinsero sempre più e il Partito Comunista Bulgaro (PCB) acquistò un ruolo egemone, prima sotto Georgi Dimitrov (1946-1949), poi sotto lo stalinista Vălko Červenkov (1950-1954) e infine sotto Todor Živkov (1954-1989).

Il regime comunista cadde il 10 novembre 1989, ovvero un giorno dopo la caduta del Muro di Berlino. Sotto la forma di «una transizione controllata» [...], il regime Živkov arrivava alla sua fine. La nuova direzione del PCB decideva, da un lato, la continuità organizzativa e, dall'altro, un cambiamento ideologico riflesso anche nel nuovo appellativo di Partito Socialista Bulgaro (PSB). La rottura non era tuttavia netta. Significativamente, il compito di rivitalizzazione ideologica veniva accordato ad Alessandro Livov, responsabile dall'ideologia del PCB fino alla sua caduta in disgrazia nel 1983. In parallelo, il 15 gennaio 1990, l'Assemblea nazionale aboliva l'articolo della costituzione che stipulava il monopolio del potere del PCB. Nel giugno 1990 si tennero le elezioni multipartitiche e nel luglio 1991 fu adottata la nuova costituzione. Le due principali formazioni politiche, che negli anni novanta si sono alternate al potere, furono il Partito Socialista Bulgaro (PSB) della sinistra e l'Unione delle Forze Democratiche (UFD) della destra; successivamente il Movimento Nazionale per la Stabilità e il Progresso. La Bulgaria entrò ufficialmente nella NATO il 29 marzo 2004 e nell'Unione europea il 1º gennaio 2007.

Geografia

La Bulgaria è situata nella parte orientale della penisola balcanica e confina a nord con la Romania, dalla quale (per la gran parte del confine) la separa il fiume Danubio, a ovest con la Serbia e la Macedonia del Nord, a sud con Grecia e la Turchia, e si affaccia sul mar Nero a est. I confini hanno una lunghezza complessiva di 1 808 km, mentre le coste si estendono per 354 km. La superficie terrestre di 110 994 km² la posiziona al 105º posto per estensione a livello mondiale. Le coordinate geografiche della Bulgaria sono: 43° N 25° E.

Morfologia

Da un punto di vista morfologico (e anche climatico) la Bulgaria presenta una varietà di ambienti.

Nella parte settentrionale si trova l'ampia pianura danubiana, che si estende da est a ovest per circa 500 km con una larghezza variabile tra i 20 e i 120 km. La pianura è interrotta da alcuni altopiani e lievi colline, fra le quali si dipanano i…

Testo tratto da Wikipedia - Bulgaria sotto la licenza CC-BY-SA-3.0 il 1 Agosto 2021

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