Saint Pierre e MiquelonSaint Pierre e Miquelon

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Saint-Pierre e Miquelon (; in bretone Sant-Pêr-har-Mìkelon; ), ufficialmente Collettività d'oltremare di Saint-Pierre e Miquelon, è una collettività d'oltremare della Francia. Consta di un gruppo di diciassette isole montuose situate nell'oceano Atlantico a sud di Terranova. L'isola Saint-Pierre si trova 19 km a sud-ovest dell'estremità occidentale della penisola di Burin, nella parte meridionale di Terranova, mentre Miquelon si trova 21 km a ovest-sud-ovest di questa stessa penisola. In passato, è rientrata a livello amministrativo come collettività territoriale con uno status speciale.

L'arcipelago è composto da due isole principali: Saint-Pierre, la più piccola, che però ospita l'86% della popolazione, e Miquelon, composta da tre penisole collegate da due tomboli. Altre isole e isolotti minori disabitati rientrano nell'arcipelago: tra di essi, la sovranità sull'Île Verte è indeterminata tra Francia e Canada.

L'arcipelago risulta uno dei sette territori francesi in America (con Guadalupa, Martinica, Guyana, Saint Martin, Saint-Barthélemy e Clipperton) e l'unico del Nord America, un ultimo residuo della Nuova Francia, i cui territori andarono perduti a metà del XVIII secolo, durante la guerra dei sette anni.

Denominazione

Nel 1520, il navigatore portoghese João Álvares Fagundes battezzò l'arcipelago in onore di Sant'Orsola, poiché sbarcato nel giorno della sua ricorrenza, l'"arcipelago delle undicimila vergini". In seguito, Jacques Cartier la rinominò "isle Sainct Pierre" durante la sua visita nel giugno 1536; la scelta ricadde su Pietro in quanto patrono dei pescatori al fianco di Andrea apostolo, Antonio di Padova, Nicola di Bari e Zeno di Verona).

Il nome "Miquelon" viene attestato come "Micquelle" al XVI secolo nel manuale di navigazione del capitano basco Martin de Hoyarsabal, diretto a Terranova. Miquelon potrebbe derivare dall'antroponimo Michele, in quanto la forma basca corrispondente a questo nome di persona è appunto Mikel.

Il nome dell'isola adiacente, Langlade, è attestato nelle forme "Terra England" tra il 1610 e il 1675, "Langlois" nel 1670 (mappa di Visscher), "c d'Inghilterra" nel 1674 (mappa di Denis de Rotis) e Detcheverry del 1689, "Lanaloy" nel 1675 (mappa di Thornton), "I Anglois miclon" nel 1675, "Angueleterraco" nel 1677 (mappa di Detcheverry), "Langlois" nel 1693, "Cap de Langlais" nel 1694, "Langlois" sulle mappe del 1700, 1719, 1721.

Storia

Le isole furono già scoperte e visitate dai paleoeschimesi, di cui in particolare i groswateriani (800-100 a.C.) e i Dorset (100-900 d.C.). Tra il 1100 e il 1500 circa a.C., gli antenati dei beothuk si stanziarono presso Anse-à-Henry, sull'isola di Saint-Pierre.

Dalla colonizzazione allo sviluppo dell'arcipelago

Il giorno di arrivo del navigatore portoghese Faguendes, il 21 ottobre 1520, è spesso designato come data di scoperta dell'isola, ma questa potrebbe essere anteriore e da attribuire a Giovanni Caboto nel 1497. Anche Giovanni da Verrazzano è citato nel 1524 tra gli scopritori. Ad ogni modo, le isole funsero da base per i pescatori normandi, bretoni e baschi del XVI secolo, anche se forse la prima banchina permanente venne realizzata nel 1604. Lì si praticò la caccia alla balena (anche se forse questa attività in Nord America fu avviata forse già da prima dai nativi), in primis la balena franca, la balena della Groenlandia e la balena grigia: la bandiera dell'arcipelago richiama tra l'altro un vascello a caccia dei cetacei.

Nel XVIII secolo, le isole furono tuttavia abbandonate in occasione della ratifica del trattato di Utrecht del 1713 che concesse alla Francia diritto esclusivo di pesca sulla costa dell'isola di Terranova, contrassegnata sulle carte come costa francese di Terranova. Le isole di Saint-Pierre e Miquelon furono poi ufficialmente riassegnate alla Francia durante il trattato di Parigi del 1763. Dopo una sconfitta inflitta dalle truppe americane e francesi, le forze britanniche in Nuova Scozia attaccarono le isole nel 1778 e deportarono la popolazione, compresi i profughi della deportazione acadiana del 1755: l'arcipelago fu tuttavia restituito nuovamente alla Francia durante il trattato di Versailles (1783).

Diversi illustri viaggiatori visitarono più avanti l'arcipelago ancora molto sottosviluppato, tra cui il geografo Jean-Dominique Cassini nel 1768 e lo scrittore francese Chateaubriand nel 1791, il quale immortalò l'arcipelago nelle Memorie d'oltretomba.

Durante la Rivoluzione francese, la comunità acadiana lasciò improvvisamente l'isola di Miquelon per rifugiarsi nelle isole della Maddalena, mentre la guarnigione repubblicana a Saint-Pierre dovette abbandonare le proprie postazioni in virtù di un nuovo attacco britannico accaduto nel 1793. Fu solo con la Restaurazione di Luigi XVIII che il Regno Unito (di cui la Nuova Scozia figurava ancora come colonia) dovette abbandonare definitivamente le isole di Saint-Pierre e Miquelon.

Sviluppo moderno e prima prosperità della colonia

Tra i celebri visitatori dell'epoca che raccontarono e studiarono la vita della piccola colonia di pescatori francese, nell'ultimo pezzo di territorio della vecchia Nuova Francia che divenne un avamposto di ridotte dimensioni sulla strada per il Nord America, si possono citare il conte Arthur de Gobineau, diplomatico e scrittore, intorno al 1850, nonché il dottor Albert Calmette, di stanza presso l'arcipelago dal 1888 al 1890.

Durante la seconda metà del XIX secolo, il sito visse una crescita economica significativa grazie alla pesca al merluzzo.

A partire dal 1869, funse da tappa intermedia per le comunicazioni telegrafiche passanti dal cavo sottomarino tra la Francia (Brest-Petit Minou poi Brest-Déolen) e gli Stati Uniti (penisola di capo Cod).

L'arcipelago visse un periodo di particolare spessore durante il proibizionismo negli Stati Uniti poiché, a causa del suo status di colonia francese, la legge americana (il Volstead Act) non era lì applicabile: dal 1919 al 1933 il traffico di alcolici, vini francesi e whisky, contrabbandati lungo le coste canadesi e americane da golette o motoscafi (rum runners) costruiti in Canada e guidati da Saint-Pierrais raggiunse l'apice.

Fino al 1933, quando il divieto fu revocato, fino a casse di alcol passavano attraverso l'arcipelago nell'arco di dodici mesi. Il legno delle casse di liquori abbandonate veniva utilizzato come combustibile e per la costruzione di molte case, tra cui la villa Cutty Sark, interamente ricavate da casse dell'omonimo whisky. Negli anni 1970 si poteva ancora vedere a Saint-Pierre un capannone rivestito di assi di casse di alcol e champagne francesi.

I marinai di Terranova ricevevano le bevande alcoliche in delle casse, dopodiché le spostavano in sacchi di iuta e tenevano da parte la legna per i più disparati scopi. In caso di intercettazione di un'imbarcazione condotta da contrabbandieri da parte della guardia costiera americana, bastava gettare i sacchi in mare dal lato della nave opposto a quello verso il quale stavano avanzando le forze di polizia. Poiché essi iniziavano a fluire verso la costa trascinati dalla corrente, si intuiva come, quando l'equipaggio di controllo saliva a bordo, non vi era traccia di merci illegali. Il carico veniva in alcuni casi perso, ma salvava i trasgressori dalle severe sanzioni previste. Il rischio di essere arrestati faceva parte del costo della spedizione e giustificava il prezzo sbalorditivo pagato dai destinatari. Ciò spiega anche la proliferazione di bevande contraffatte forse più economiche di quelle realmente provenienti dall'Europa.

Seconda guerra mondiale

Nel corso della seconda guerra mondiale, dopo l'armistizio del 22 giugno 1940 e la parziale occupazione della Francia da parte dei tedeschi, l'amministrazione di Saint-Pierre e Miquelon rientrò sotto il controllo del Governo di Vichy.

Il governatore locale Gilbert de Bournat dovette negoziare con le autorità degli USA per ottenere alcuni sussidi finanziati dalle riserve auree francesi. Questi fu incaricato dal suo diretto superiore, l'ammiraglio Georges Robert, nominato nel settembre 1939 alto commissario per il teatro bellico dell'Atlantico occidentale, con autorità a Saint-Pierre e Miquelon, Martinica, Guadalupa e la Guyana francese.

In contemporanea, il vicino Canada aveva preparato, con l'approvazione di Washington, un piano di atterraggio per occupare l'arcipelago. Furono proposti diversi pretesti, comprese trasmissioni radiofoniche che trasmettevano propaganda di Vichy: alcuni sospettarono persino che tale stazione radio aiutasse gli U-Boot tedeschi presenti sulle rive di Terranova. Il primo ministro canadese William Lyon Mackenzie King scelse alla fine di non portare in atto tale piano, ragion per cui il progetto si arenò.

Per ordine del generale Charles de Gaulle fuggito a Londra, il vice ammiraglio Émile Muselier organizzò, nonostante il suo disaccordo, lo sbarco a Saint-Pierre e Miquelon all'insaputa e contro il parere delle autorità statunitensi e canadesi,

Alla chiamata alle armi risposero 383 uomini, 56 donne e 36 minorenni, molti dei quali si imbarcarono sui mezzi delle forze navali della Francia Libera. Nel giugno 1942, durante il siluramento da parte di un sottomarino tedesco della corvetta Mimosa, 17 dei 65 membri dell'equipaggio dispersi (si contarono solo quattro superstiti) provenivano dall'arcipelago. Il 6 giugno 1944, tra i 177 fucilieri che sbarcarono in Normandia, sotto gli ordini del capitano di corvetta Kieffer, e che furono gli unici francesi a sbarcare in quella giornata, figurava il quartiermastro Saint-Pierrais René Autin (1921-1960) originario dell'arcipelago, il quale condusse gli uomini verso la terraferma.

Storia recente e integrazione alla Repubblica francese

All'indomani del conflitto globale, l'ex colonia divenne un territorio d'oltremare (TOM) nel 1946.

Il 3 gennaio 1960, undici dei quattordici membri del Consiglio Generale, nonché il senatore Henri Claireaux, si dimisero per denunciare le difficoltà economiche create dall'introduzione del nuovo franco francese.

Il generale de…

Testo tratto da Wikipedia - Saint-Pierre e Miquelon sotto la licenza CC-BY-SA-3.0 il 1 Agosto 2021

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