LibiaLibia

La Libia (AFI: it; ), ufficialmente Stato della Libia, è uno Stato del Nordafrica.

Occupa la parte centrale del Nordafrica, affacciandosi sul Mar Mediterraneo intorno al Golfo della Sirte, tra il 10º e il 25º meridiano est; la Libia è il quarto paese dell'Africa per superficie, il diciassettesimo del mondo. Confina a nord-ovest con la Tunisia, a ovest con l'Algeria, a sud con il Niger e il Ciad, a sud-est con il Sudan, a est con l'Egitto.

Storia

L'odierna Libia era abitata sin dal periodo neolitico da popolazioni indigene, antenate dei berberi odierni, dedite all'allevamento dei bovini e alla coltivazione dei cereali.

Dominio egizio

Alcune di queste popolazioni (in particolare i Libu) entrarono nell'orbita egiziana nel corso dell'Antico e del Medio Regno, divenendo tributarie dei Faraoni. I popoli libici, alleatisi con i popoli del Mare, vennero sconfitti dagli egizi e sottomessi, integrandosi nel regno fino a giungere al potere con Herihor, governatore di un regno autonomo dell'Alto Egitto durante il terzo periodo intermedio, e con Hedjekheperra-setepenra fondatore delle dinastie libiche (XXI, XXII e la XXIII dinastia). Di nuovo, la Dinastia Nubiana che li sostituì era formata da discendenti libici di Herihor.

Dominio greco-fenicio

I Fenici di Tiro fondarono in seguito i porti di Leptis, Oea (Tripoli) e Sabratha, che in seguito caddero nell'orbita di Cartagine, mentre i Greci si insediarono a Cirene, Arsinoe, Berenice, Apollonia e Barce, costituendo così la cosiddetta Pentapoli Cirenaica. Nell'interno della Libia si sviluppò il regno dei Garamanti. Nel 332-331 a.C., infatti, Alessandro Magno conquistava l'Egitto, sottomettendo anche la confederazione di città greche sorte a occidente dei suoi confini. La Cirenaica entrò quindi nell'orbita dei Tolomei d'Egitto, che vi fondarono anche la nuova città di Tolemaide.

Dominio romano, vandalo e bizantino

L'Impero romano acquisisce la Tripolitania nel 146 a.C. dopo la definitiva distruzione di Cartagine, e la Cirenaica nel 96 a.C., scontrandosi con i Garamanti dell'interno. I territori saranno organizzati nelle province di Africa Proconsularis e di Creta e Cirene. Leptis Magna, divenuta una delle tre maggiori città di tutto il Nordafrica, diede i natali alla dinastia dei Severi. È giunto a noi in perfetto stato di conservazione l'arco dedicato all'imperatore Settimio Severo, originario di Leptis Magna (arco di trionfo in genere riservato ai conquistatori).

Diocleziano, nella spartizione dell'Impero, divise la Libia tra Tripolitania, nell'occidentale Diocesi d'Africa, e Libya superior e Libya inferior nell'orientale Diocesi d'Egitto. Terremoti, invasioni delle popolazioni sirtiche e declino delle città (Leptis e Cirene) causarono il declino della regione.

Nel 430 i Vandali di Genserico, di religione ariana, già conquistata Cartagine, occuparono i territori libici, arrivando a distruggere Tolemaide. Verso la fine del V secolo lo Stato vandalo cadde in declino, abbandonando la maggior parte dell'interno ai Mauri e ad altre tribù del deserto.

Nel 533, l'imperatore bizantino Giustiniano, deciso ad attuare la sua vasta politica di riconquista dell'Occidente, mosse guerra in Africa, sino a che, dopo un anno di lotte, l'ultimo re vandalo, Gelimero, si arrese nel 534 al generale bizantino Belisario. Giustiniano istituì la Prefettura del Pretorio d'Africa, formata da sette province, tra cui Tripoli, difendendo i territori dalle incursioni dei berberi. Le province nordafricane, insieme alla Sardegna e ai possedimenti romani in Spagna, vennero riunite nell'Esarcato d'Africa dall'imperatore Maurizio. L'esarcato conobbe una certa prosperità e trovatosi, dopo il 640, a dover fronteggiare l'urto della conquista islamica, riuscì, pur con qualche battuta d'arresto, a tenere testa alla minaccia per qualche tempo. Già nel 643 gli arabi giunsero in Cirenaica, stabilendo nel 644 il governatorato della regione nella città di Barqa, già Barca. Ma nel 698 un esercito arabo proveniente dall'Egitto saccheggiò Cartagine e conquistò l'esarcato, mettendo fine al dominio cristiano e romano sul Nordafrica.

Dominio arabo e ottomano

Nel IX secolo l'Ifriqiya abbaside (che abbracciava una buona parte dell'attuale Libia, ma non la Tripolitania) fu assegnata in gestione autonoma all'Emiro Ibrahim ibn al-Aghlab, eponimo della dinastia Aghlabide, allo scopo di meglio combattere l'endemico insurrezionalismo religioso, economico e sociale dei locali kharigiti. I Fatimidi ismailiti sconfissero gli Aghlabidi nel 990, fondando un nuovo califfato (ufficialmente "Imamato") in Egitto, di cui le regioni che formeranno l'attuale Libia divennero tributarie.

La Seconda Crociata permise infine ai Normanni di Ruggero II di Sicilia di impadronirsi dell'intera costa libica, compresa tra Tripoli e Capo Bon (1135), pur venendo in breve tempo cacciati (1163) dagli Almohadi di al-Andalus. Dal 1350 sino alla metà del XV secolo furono i governatori Hafsidi di Tunisi a governare in autonomia la Libia finché le principali città si proclamarono autonome, arricchendosi con la "guerra di corsa" foraggiata anche dalle autorità hafsidi e che vide impiegato un buon numero di corsari che, nel mondo latino coevo, furono definiti "barbareschi".

La minaccia dei corsari barbareschi spinse nel 1510 gli spagnoli, padroni del Regno di Sicilia, a intervenire, affidando Tripoli e Malta ai Cavalieri di San Giovanni. Infine, furono gli Ottomani a occupare Cirenaica (1517) e Tripolitania (1521-1551) in maniera stabile.

Con l'indebolimento dell'Impero ottomano, un nuovo regno autonomo si stabilì in Libia tra il 1711 e il 1835, sotto la dinastia Karamanli, ufficialmente tributaria del Sultano, e prosperò per il commercio degli schiavi e la guerra di corsa. L'attività corsara libica spinse gli Stati Uniti d'America a intervenire, per la prima volta fuori dal continente, nella Prima guerra barbaresca (1801-1805), occupando la città di Derna. Maggiori pressioni degli europei spinsero il Sultano a sollevare i Karamanli dall'incarico e ristabilire il dominio ottomano (1835), mentre nel 1843 Muḥammad b. ʿAlī al-Sanūsī, capo di un'importante confraternita mistica, si stabilì in Cirenaica, facendo proseliti in tutta la Cirenaica e nella Tripolitania.

La colonizzazione italiana e la seconda guerra mondiale (1911-1951)

Nel 1911 l'Italia di Giolitti dichiarò guerra all'Impero ottomano per ottenere il controllo della Tripolitania e della Cirenaica, parzialmente sancito dalla pace di Losanna (1912). Fino ai primi anni trenta, gli italiani combatterono la resistenza organizzata dai Senussi, fino all'impiccagione di Omar al-Mukhtar nel 1931, mentre coloni italiani si stabilivano in Libia, fino a costituire, nel 1939, il 13% della popolazione.

Nel 1934, con l'unione della Tripolitania e della Cirenaica, venne proclamato il Governatorato Generale della Libia, di cui il primo governatore fu Italo Balbo. Successivamente gli abitanti autoctoni poterono godere dello status di "cittadini italiani libici" con tutti i diritti che ne conseguivano. Mussolini dopo il 1934 iniziò una politica favorevole agli Arabi libici, definendoli "Musulmani Italiani della Quarta Sponda d'Italia" e costruendo villaggi ad essi destinati.

Nel 1937 Italo Balbo divise la Libia italiana in quattro province e un territorio sahariano: la provincia di Tripoli, la provincia di Bengasi, la provincia di Derna, la provincia di Misurata e il Territorio Militare del Sud con capoluogo Hun. Nel gennaio 1943 la Libia fu occupata dalle truppe Alleate, nonostante ciò gran parte degli italiani rimase nel paese.

Con il Trattato di Pace del 1947, la Gran Bretagna amministrava la Tripolitania e la Cirenaica, la Francia il Fezzan, in gestione fiduciaria delle Nazioni Unite, mentre la Striscia di Aozou (ottenuta da Mussolini nel 1935) fu riconsegnata alla colonia francese del Ciad.

Indipendenza e Regno di Libia (1951-1969)

Il 24 dicembre 1951, la Libia dichiara l'indipendenza come "Regno Unito di Libia", monarchia ereditaria e costituzionale sotto re Idris al-Sanusi. Stati Uniti e Gran Bretagna vi mantennero due basi militari, data l'importanza strategica del paese nel controllo del Mediterraneo.

Tra il 1947 ed il 1951 vennero fondate le prime organizzazioni, sindacali e politiche, tra cui il Movimento Operaio Libico e l'Unione Sindacale dei Lavoratori Libici, che, radicati tra i lavoratori portuali, condussero, nel luglio 1950, a diversi scioperi per i diritti immediati, normativi e salariali dei lavoratori. Il Partito Comunista Libico, clandestino, fondato nello stesso periodo, operava sia nel sindacato che nell'Associazione Politica per il Progresso della Libia, un'organizzazione importante che si batteva per l'indipendenza del paese africano. Le organizzazioni, politiche e sindacali, del movimento operaio in Libia vennero chiuse nel dicembre 1951 dai britannici con la collaborazione della monarchia di re Idris I.

Il 28 marzo 1953 la Libia entra nella Lega Araba, il 14 dicembre 1955 nell'ONU. Negli anni cinquanta vennero scoperti i primi giacimenti di petrolio. Tuttavia la limitata sovranità politica ebbe l'effetto di far approvare nel 1955 una legge che concedeva l'uso dei giacimenti alle principali compagnie petrolifere mondiali, riservando al governo soltanto il 50 % degli introiti. Negli anni sessanta la quantità di petrolio estratta aumentò, ma l'indigenza a cui era relegato il popolo non subì variazioni. Il 25 aprile 1963 un'importante riforma abolì il sistema di governo federale e il nome del paese fu modificato in Regno di Libia.

Il regime di Gheddafi (1969-2011)

Il 1º settembre 1969 re Idris viene deposto da un gruppo di ufficiali nasseriani. Il paese fu ribattezzato Repubblica araba di Libia e Mu'ammar Gheddafi resse il governo provvisorio, che avviò un programma di nazionalizzazioni delle grandi imprese e dei possedimenti italiani, chiudendo inoltre le basi militari statunitensi e britanniche.

La piena sovranità politica permise al governo di impiegare le entrate delle grandi imprese petrolifere nello sviluppo di infrastrutture n…

Testo tratto da Wikipedia - Libia sotto la licenza CC-BY-SA-3.0 il 1 Agosto 2021

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