LesothoLesotho

Lesotho - 159

Lesotho - 159

Il Lesotho (AFI: /leˈsɔto/), ufficialmente Regno del Lesotho (Muso oa Lesotho in sotho del sud, Kingdom of Lesotho in inglese, in passato noto anche come Basotholand o Basutoland, lɪ'sʊːtʰʊ), è uno stato dell'Africa del Sud, uno dei tre regni dell'Africa. È una enclave all'interno del territorio della Repubblica del Sudafrica ed è pertanto uno stato senza sbocco al mare; condivide il fatto di essere completamente circondato dal territorio di un altro stato solo con la Città del Vaticano e con la Repubblica di San Marino anche se, diversamente da questi, non è un microstato. Il Lesotho si estende per poco oltre 30.000 km² ed una popolazione di circa 2 milioni di abitanti. La capitale, nonché maggiore città, è Maseru, mentre la lingua ufficiale è il sotho del sud.

Il nome "Lesotho" è costruito (secondo uno schema tipico delle lingue bantu) dal prefisso le- anteposto alla radice sotho, e significa "la terra del popolo che parla sotho"; l'etnia principale del paese è quella basotho o basuto (ba-sotho, "coloro che parlano sotho"). Lo stato costituì in passato la colonia della corona britannica del Basutoland, ma dichiarò l'indipendenza dal Regno Unito il 4 ottobre 1966. Oggi è uno stato sovrano membro delle Nazioni Unite, del Commonwealth delle Nazioni, dell'Unione africana e della Comunità di sviluppo dell'Africa meridionale (SADC). Circa il 40% della popolazione vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno.

Storia

I più antichi abitanti della regione dell'odierno Lesotho, come di gran parte dell'Africa del Sud, furono popolazioni di cacciatori-raccoglitori khoisan. Alcuni esempi della loro pittura rupestre si trovano ancora oggi sulle montagne della zona. L'etnia oggi numericamente predominante, quella oggi nota come basotho o basuto, giunse nell'area in tempi relativamente recenti (primi anni del XIX secolo); si trattava di popolazioni bantu del gruppo ngoni provenienti dai Drakensberg, che si ritirarono verso l'interno per sfuggire all'espansione zulu durante il periodo di sconvolgimenti politici dell'Africa meridionale noto come Mfecane.

Dominio di Moshoeshoe I (1822–1868)

Il Lesotho moderno, allora chiamato Basutoland, emerse come singola entità politica sotto il re Moshoeshoe I nel 1822. Moshoeshoe, figlio di Mokhachane, un capo di una tribù minore della discendenza Bakoteli, costituì il proprio clan e divenne capo all'incirca nel 1804. Tra il 1821 ed il 1823 lui ed i suoi seguaci si insediarono sulla montagna Butha-Buthe, unendosi agli ex avversari in un movimento di resistenza contro il Mfecane associato al regno di Shaka dal 1818 al 1828.

L'ulteriore evoluzione dello stato emerse dai conflitti tra l'Impero britannico ed i coloni olandesi che lasciavano la Colonia del Capo a seguito della conquista britannica del 1795, oltre che dalla Sovranità del Fiume Orange e dal successivo Stato Libero dell'Orange, I missionari Thomas Arbousset, Eugène Casalis e Constant Gosselin della Missione Evangelica di Parigi, invitati da Moshoeshoe I, si insediarono a Morija, sviluppando l'ortografia del sotho del sud tra il 1837 ed il 1855. Casalis, agendo da traduttore e consigliere sugli affari esteri, aiutò nel costruire canali diplomatici e acquisire armi da utilizzare contro gli invasori europei ed il popolo Griqua.

I Trekboer della Colonia del Capo arrivarono ai confini occidentali del Basutoland e ne reclamarono le terre; il primo di questi fu Jan de Winnaar, che si insediò a Matlakeng nel maggio-giugno 1838. I boeri in arrivo tentarono di colonizzare la terra tra i due fiumi e anche a nord del fiume Caledon, sostenendo che era stato abbandonato dal popolo dei Sotho. Moshoeshoe di conseguenza firmò un trattato con il governatore britannico della Colonia del Capo, Sir George Thomas Napier, che annesse la Sovranità del Fiume Orange dove si erano insediati diversi boeri, che vennero soppressi con una breve schermaglia nel 1848. Nel 1851 un drappello britannico fu sconfitto dall'esercito del Basotho a Kolonyama, provocando una guerra imbarazzante per i britannici. Dopo aver respinto un altro attacco britannico nel 1852, Moshoeshoe lanciò un appello al comandante britannico e la disputa venne risolta diplomaticamente. Nel 1854 i britannici si ripresero la regione, e nel 1858 Moshoeshoe combatté una serie di guerre con i boeri in quella che è nota come guerra del sotho. Di conseguenza, Moshoeshoe perse una grande porzione dei territori occidentali. L'ultima guerra con i boeri terminò nel 1867 quando Moshoeshoe si appellò alla regina Vittoria, che acconsentì nel 1868 a rendere il Basutoland un protettorato britannico.

Dominio britannico (1869–1966)

Nel 1869 i britannici firmarono un trattato ad Aliwal North con i boeri e definirono i confini del Basutoland. Questo trattato ridusse effettivamente il regno di Moshoeshoe a metà della sua precedente estensione, cedendo gli ex territori occidentali.

A seguito della cessione del 1869, i britannici trasferirono le funzioni dalla capitale di Moshoeshoe a Thaba Bosiu ad un campo di polizia nel confine nord-occidentale, Maseru, finché l'amministrazione del Basutoland fu trasferita alla fine alla Colonia del Capo nel 1871. Moshoeshoe morì l'11 marzo 1870, segnando la fine dell'era tradizionale e l'inizio dell'era coloniale del Basutoland. Fu sepolto a Thaba Bosiu.

Nel periodo della Colonia del Capo, tra il 1871 ed il 1884, il Basutoland fu trattato in maniera simile agli altri territori che erano stati annessi forzosamente, il che condusse alla guerra delle armi del 1880-1881.

Nel 1884 il territorio divenne una colonia della Corona con il nome di Basutoland, e con Maseru come capitale. Rimase sotto diretto controllo di un governatore, anche se gli effettivi poteri interni erano esercitati dai capi tribù. Nel 1905 fu costruita una linea ferroviaria per collegare Maseru alla rete ferroviaria del Sudafrica.

Dopo il 1910 il Basutoland divenne parte del Dominion del Sudafrica, in cui la colonia venne inclusa. Il Lesotho comunque non divenne mai parte del Sudafrica, anche grazie alla sua compattezza territoriale ed etnica.

Indipendenza (dal 1966)

Il Basutoland ottenne l'indipendenza dal Regno Unito e divenne il Regno del Lesotho nel 1966.

Nel gennaio 1970 il Partito Nazionale del Basotho (BNP) al governo perse le prime elezioni post-indipendenza, con 23 seggi contro il Partito del Congresso del Basotho (BCP) con 36 seggi. Il Primo Ministro Leabua Jonathan rifiutò di cedere il potere al CBP, dichiarandosi invece Tona Kholo (in sotho: primo ministro) e imprigionando la leadership del BCP.

Il BCP diede inizio ad una ribellione e ricevette sostegno dalla Libia per l'Esercito di Liberazione del Lesotho (LLA), fingendo di essere soldati dell'Esercito di Liberazione Popolare dell'Azania del Congresso Panafricano (PAC). Privati delle armi e del sostentamento dalla fazione Sibeko nel 1978, il LLA venne aiutato dalla base della Tanzania con l'assistenza di un ufficiale maoista del PAC, e si impegnarono in una guerriglia con pochissime armi di tipo non moderno. La principale forza fu sconfitta nel Lesotho del nord, e vi furono episodi di guerriglie anche successive che furono però inefficaci. La campagna fu compromessa in modo serio quando il leader del BCP Ntsu Mokhehle, andò a Pretoria. All'inizio degli anni '80, diversi abitanti del Basotho che simpatizzavano con gli esiliati del BCP furono minacciati di morte e posti sotto attacco dal governo di Leabua Jonathan. Il 4 settembre 1981 fu attaccata la famiglia di Benjamin Masilo e nell'attacco il nipote di 3 anni morì. Esattamente quattro giorni dopo Edgar Mahlomola Motuba, l'editore del giornale popolare Leselinyana la Lesotho, fu rapito a casa sua insieme a due amici e fu ucciso.

Il BNP governò dal 1966 al gennaio 1970. Ciò che seguì fu un governo de facto diretto da Leabua Jonathan fino al 1986, quando un colpo di stato militare lo costrinse a lasciare il potere. Il Consiglio Militare di Transizione che salì al potere assegnò il potere esecutivo a Moshoeshoe II, che fino ad allora era stato un monarca con ruolo cerimoniale. Nel 1987 il re fu costretto all'esilio dopo la scoperta di un memorandum di sei pagine su come egli desiderava che la costituzione del Lesotho fosse, e che mostrava il suo desiderio di avere più potere esecutivo rispetto a quanto gli era stato assegnato originariamente dal governo militare. Al suo posto salì al trono il figlio Letsie III.

Il presidente della giunta militare, il generale maggiore Justin Lekhanya, fu estromesso nel 1991 e venne sostituito dal generale maggiore Elias Phisoana Ramaema, che passò il potere ad un governo del BCP eletto democraticamente nel 1993. Moshoeshoe II tornò dall'esilio nel 1992 come cittadino ordinario, e dopo il ritorno della democrazia, Letsie III provò senza successo a persuadere il governo del BCP a far tornare il padre Moshoeshoe II sul trono come Capo di Stato.

Nell'agosto 1994 Letsie III organizzò un colpo di stato spalleggiato dai militari, che deposero il governo del BCP, dopo che il governo del BCP aveva rifiutato di riportare Moshoeshoe II sul trono, secondo la costituzione del Lesotho. Il nuovo governo non ricevette pieno riconoscimento internazionale e gli stati membri della Comunità di sviluppo dell'Africa meridionale (SADC) iniziarono negoziati per riportare il BCP al governo. Una delle condizioni di Letsie III era che il padre fosse posto nuovamente sul trono. Dopo i negoziati, il governo del BCP tornò in carica e Letsie III abdicò in favore del padre nel 1995. Letsie tornò comunque sul trono l'anno successivo, il 15 gennaio 1996, quando Moshoeshoe II morì a 75 anni in un incidente stradale su una strada di montagna. Secondo un comunicato del governo, Moshoeshoe si era recato in visita al proprio bestiame a Matsieng e stava rientrando a Maseru attraverso i monti Maloti, quando l'auto uscì di strada.

Nel 1997 il BCP al governo si divise sulle dispute per la leadership. Il Primo ministro Ntsu Mokhehle formò un nuovo partito, il Congresso del Lesotho per la Democrazia (LCD), e fu seguito dalla m…

Testo tratto da Wikipedia - Lesotho sotto la licenza CC-BY-SA-3.0 il 1 Agosto 2021

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