Sud AfricaSud Africa

Il Sudafrica, ufficialmente Repubblica del Sudafrica (in afrikaans: Republiek van Suid-Afrika, in inglese: Republic of South Africa), è uno Stato indipendente dell’Africa meridionale. Il presidente attualmente in carica è Cyril Ramaphosa, eletto a febbraio 2018.

Geograficamente è lo Stato più meridionale dell’Africa e nel suo territorio si trova capo Agulhas, il punto più a sud del continente, che convenzionalmente separa l’oceano Indiano dall’Atlantico, i mari su cui si affaccia il Paese. I confini terrestri sono, invece, da ovest a est, con Namibia (nord-ovest), Botswana e Zimbabwe (nord), Mozambico (nord-est) e lo eSwatini (est), mentre interamente ricompresa nel proprio territorio è lenclave del Lesotho.

Al Sudafrica appartengono altresì le Isole del Principe Edoardo, che si trovano a a sud-est di Port Elizabeth, a circa metà della distanza tra il continente e l’Antartide. È uno Stato culturalmente ed etnicamente vario: in esso si parlano 12 lingue ufficiali, delle quali due di provenienza europea, l’inglese, ivi portato dai coloni britannici, e l’afrikaans, evoluzione africana della lingua dei coloni olandesi del XVII secolo che ivi giunsero a seguito della scoperta delle terre australi da parte dei portoghesi.

Per buona parte del XX secolo, dopo l’indipendenza formale dal Regno Unito la politica dello Stato africano fu improntata a una rigida segregazione razziale detta apartheid (in afrikaans “separazione”) a causa della quale, in ragione delle continue violazioni dei diritti umani che tale linea di condotta comportò (la più internazionalmente nota delle quali fu la carcerazione per 27 anni dell’attivista Nelson Mandela), il Paese fu oggetto di una serie di sanzioni internazionali, fino ad arrivare al boicottaggio sportivo del Sudafrica da qualsiasi competizione sportiva e dall’esclusione dalle Olimpiadi. La situazione si normalizzò con il graduale superamento della segregazione alla fine del secolo, che portò all'adozione di una nuova bandiera nazionale nel 1994.

Storia

Preistoria ed età antica

Il territorio in età preistorica avrebbe visto alcuni insediamenti di hominidae; infatti soprattutto nella zona del transvaal sono stati trovati fossili di australopitechi, Homo naledi, Homo habilis, Homo Erectus e Homo sapiens sapiens.

Circa 10 000 anni fa l'odierno Sudafrica, come tutta l'Africa del Sud, era abitata dai boscimani, cui si aggiunsero successivamente popolazioni affini di etnia Khoikhoi (ottentotti). Boscimani e ottentotti (collettivamente noti come Khoisan) erano cacciatori-raccoglitori nomadi, che non diedero mai luogo a insediamenti popolosi o strutture politiche complesse.

Successivamente (fra il III e il V secolo), da nordest iniziarono ad affluire in Africa meridionale gruppi bantu, soprattutto zulu e xhosa. I movimenti migratori bantu si svilupparono nell'arco di numerosi secoli, giungendo al pieno compimento solo nella prima metà del secondo millennio. Buoni agricoltori e allevatori, i bantu si insediarono prima nell'odierno Kwazulu-Natal e poi più a sud; gli xhosa si spinsero fino all'odierna Provincia del Capo Orientale, respingendo i Khoisan nelle regioni più aride e inospitali dell'area.

La colonizzazione europea

Nel 1487, l'esploratore portoghese Bartolomeo Diaz oltrepassò il Capo di Buona Speranza, aprendo la via marittima alle Indie orientali. Furono però gli olandesi della Compagnia Olandese delle Indie Orientali i primi a creare un insediamento stabile in Sudafrica, nel 1652, fondando una colonia presso il Capo di Buona Speranza. Questa fu il punto di partenza di un vasto processo di colonizzazione a cui presero parte europei di diverse origini (soprattutto olandesi, francesi ugonotti, bavaresi e scandinavi) che sciolti i legami con la Compagnia diedero vita a una comunità autonoma, e svilupparono una propria cultura e una propria lingua (l'afrikaans). Noti come "boeri" (dall'olandese per "contadino"), i coloni si espansero verso est e verso nord.

I rapporti fra i boeri e le popolazioni indigene della zona del Capo (di etnia khoikhoi) furono relativamente buoni; i khoikhoi, già nomadi, non fecero che ritrarsi gradualmente di fronte all'espansione boera. Verso la fine del XVIII secolo durante l'espansione verso est lungo la costa, i boeri entrarono in attrito con gli xhosa, che si stavano espandendo in direzione opposta. I coloni europei si scontrarono con gli indigeni locali in una serie di conflitti detti "guerre della Frontiera del Capo".

L'occupazione britannica e conflitto coi boeri

Nel 1795 l'impero britannico tentò con l'invasione della Colonia del Capo di conquistare la colonia del Capo olandese, tentativo che riuscì in seguito all'avanzata di Napoleone Bonaparte in Europa e la successiva caduta dei Paesi Bassi, il Regno Unito occupò il possedimento coloniale nel 1806.

Nella prima metà del XIX secolo i boeri, oppressi dal dominio del Regno Unito, diedero via a una grande migrazione verso nord alla ricerca di nuove terre, passata alla storia con il nome di Grande Trek. I voortrekker si stabilirono in varie zone del nord, fondando una serie di piccole repubbliche boere, in seguito unitesi nello Stato Libero di Orange, nella Repubblica di Natalia e nella Repubblica del Transvaal, e nello Stellaland, che, insieme al Capo, costituirono l'embrione delle future province sudafricane. Le personalità più eminenti di questa fase furono Paul Kruger e Marthinus Wessel Pretorius.

L'esistenza delle repubbliche era d'ostacolo all'espansione dell'Impero britannico, e la scoperta di diamanti e oro nel nordest del Sudafrica contribuì ad alimentare l'interesse degli inglesi per la completa annessione del paese. Fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, Regno Unito e boeri si scontrarono in una serie di sanguinosi conflitti noti come guerre anglo-boere. Il conflitto contrappose anche i popoli bantu del Sudafrica; gli zulu si schierarono con i boeri, mentre xhosa e swazi combatterono a fianco del Regno Unito, e vide la vittoria di questo ultimo.

Dopo la Seconda Guerra Boera (1899-1902), il saccheggio delle popolazioni nere fu istituzionalizzato. Nel 1913, il Natives Land Act limitava la proprietà fondiaria dei neri al 7% del territorio (estesa al 13% nel 1936). Quattro milioni di contadini perdono la terra che ancora possiedono e diventano mezzadri o minatori, una forza lavoro a buon mercato per i proprietari.

L'Unione Sudafricana e le guerre mondiali

Con la vittoria britannica nel 1909 il territorio venne unificato e l'anno seguente fu formalmente costituito come dominion unitario all'interno del Commonwealth, con il nome di Unione Sudafricana.

Il nuovo stato partecipò alla prima guerra mondiale a fianco del Regno Unito durante la campagna dell'Africa Tedesca del Sud-Ovest. Durante il primo dopoguerra nel 1920 ottenne il mandato della Società delle Nazioni per il controllo dell'Africa del Sud-Ovest conquistata al termine della guerra. Nonostante l'aumento del suo prestigio internazionale, l'Unione attraversò un periodo di forte crisi interna, con attriti sempre più violenti fra i nazionalisti boeri e la rappresentanza del Regno Unito. Nel 1931, con l'approvazione dello statuto di Westminster del 1931 da parte del parlamento britannico, il Sudafrica ottenne una parziale autonomia.

In occasione della seconda guerra mondiale, i contrasti fra Regno Unito e popolazioni boere tornarono a emergere; le seconde, rappresentata da alcune correnti del Partito Nazionale come la Ossewabrandwag, simpatizzava apertamente per la Germania nazista: a causa di ciò il boero James Hertzog, che governava il paese dal 1924 e che propendeva per la neutralità, fu costretto a dimettersi. Ciò nonostante, il paese prese parte al conflitto sul fronte alleato.

La proclamazione della Repubblica e l'apartheid

Nel secondo dopoguerra, il Partito Nazionale vinse le elezioni nel 1948 e iniziò ad attuare nel paese una politica di segregazione razziale nota come apartheid. Il 31 maggio del 1961 viene proclamata la Repubblica del Sudafrica, in seguito all’espulsione del Paese dal Commonwealth avvenuta in conseguenza dell’applicazione dell’apartheid da parte dei primi ministri boeri che si succedettero e soprattutto da Hendrik Frensch Verwoerd, in carica dal 1955 al 1966. Concettualmente, l'obiettivo dell'apartheid era quello di isolare i diversi gruppi etnici del Sudafrica, lasciando che ognuno di essi si sviluppasse in un proprio contesto sociale, economico e territoriale. Verwoerd spiegò anche che il ruolo predominante degli africani bianchi di origine europea nei processi politici che avrebbero portato all'autonomia delle diverse etnie era giustificato dalle circostanze storiche, ovvero dal ruolo fondamentale che i boeri avevano avuto nella nascita del Sudafrica.

Nell'ottica dell'isolamento delle etnie vennero formati i bantustan, territori riservati alle popolazioni nere delle diverse etnie. Complessivamente, circa il 13% del territorio del Sudafrica venne riservato alla popolazione bantu. Contemporaneamente, il Sudafrica venne inteso sempre più nettamente come paese esclusivamente di bianchi, e i neri che continuavano a vivere nelle aree "bianche" (circa il 50%) persero gradualmente i propri diritti civili, come conseguenza del fatto che fosse stato avviato un processo la cui finalità era trasferirne la cittadinanza ai bantustan. Per esempio, ai neri fu vietato di frequentare le scuole e le università dei bianchi; Verwoerd giustificò questa misura osservando che l'istruzione di un nero «deve svolgersi completamente nella tribù e avere le radici nello spirito e nell'essenza stessa della società bantu».

L'applicazione di una politica sempre più apertamente razzista, causò gravi contrasti interni e alienò al paese il sostegno della comunità internazionale. Nel 1973 le Nazioni Unite dichiararono l'apartheid un crimine contro l'umanità; a partire dal 1961 era già iniziata una campagna di sanzioni economiche contro il Sudafrica. Nello stesso anno il 31 maggio l'Unione Sudafricana ottenne la piena indipendenza dal Regno Unito e divenne repubblica …

Testo tratto da Wikipedia - Sudafrica sotto la licenza CC-BY-SA-3.0 il 1 Agosto 2021

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