Isole CookIsole Cook

Le isole Cook (Kūki 'Āirani nella lingua māori) sono una democrazia parlamentare, dotata di autogoverno e in libera associazione con la Nuova Zelanda: secondo lo statuto possono divenire del tutto indipendenti in qualsiasi momento con un atto unilaterale.

La difesa è gestita dalla Nuova Zelanda, con obbligo di consultazione e su richiesta del governo locale. La politica estera è condotta indipendentemente, soprattutto dopo l'adozione di una politica isolazionistica e non allineata da parte della Nuova Zelanda a partire dagli anni ottanta.

L'arcipelago è costituito da 15 piccole isole nell'oceano Pacifico meridionale (Polinesia) con una superficie complessiva di 240 km² e una popolazione di poco meno di abitanti (stima per il 2005). Il territorio marittimo ha invece una superficie complessiva di circa 2,2 milioni di km².

Esistono due porti (Avarua e Avatiu) e 6 piccoli aeroporti. Ci sono 187 km di strade, solo per 35 km asfaltate.

Il turismo è la principale risorsa economica delle isole, insieme alle banche offshore e alla produzione di perle, prodotti marini e frutti tropicali. Un tipico prodotto artigianale è costituito dal tivaevae.

Storia

Abitate già dal 1000 a.C. da popolazioni polinesiane, i primi europei a visitarle furono gli spagnoli dell'esploratore Álvaro de Mendaña de Neira e poi spesso visitate dal Capitano James Cook nel suo secondo e terzo viaggio nei tragitti tra le isole Tonga e Tahiti. Il nome Isole Cook deriva da una cartina di navigazione russa dei primi anni del Novecento, in onore al famoso Comandante. Aitutaki fu visitata per la prima volta da William Bligh (alla guida del Bounty). Rarotonga non fu mai visitata da Cook. La prima visita registrata in Rarotonga è dovuta a una nave commerciale in sosta per rifornimenti. Parte dell'equipaggio fu uccisa e la moglie del comandante fu mangiata.

Il Capitano Cook giunse due volte alle isole nel 1773 e nel 1777, dando a esse il nome Isole Hervey e rivendicandole per la corona britannica. Divennero un protettorato britannico nel 1888 e passarono quindi alla Nuova Zelanda nel 1901. Rimasero un protettorato neozelandese fino al 1965 e in seguito hanno assunto l'attuale forma di autogoverno. Sono de facto largamente indipendenti, ma ufficialmente sono ancora considerate sotto la sovranità della Nuova Zelanda.

L'11 giugno 1980 è stato firmato un trattato con gli Stati Uniti d'America, con il quale si sono definiti i confini marittimi tra le isole Cook e le Samoa Americane, con il quale gli statunitensi hanno inoltre rinunciato alle loro pretese sulle isole Penrhyn, Pukapuka, Manihiki, e Rakahanga, delle isole Cook settentrionali.

Arte

La popolazione locale raggiunse un buon livello nella produzione di sculture di pietra, caratterizzate dal "dio-bastone", elemento scultoreo-decorativo. Generalmente la produzione scultorea lignea, dalle case alle canoe conferma il raggiungimento di linee equilibrate e plasticità armoniosa.

Geografia

Le isole sono suddivise in due sottogruppi:

  • Isole Cook meridionali
    • Aitutaki
    • Atiu
    • Mangaia
    • Manuae
    • Mauke
    • Mitiaro
    • Rarotonga, dove si trova la capitale (Avarua)
    • Takutea
  • Isole Cook settentrionali
    • Manihiki
    • Nassau
    • Palmerston
    • Penrhyn (Cook) o Tongareva
    • Pukapuka
    • Rakahanga
    • Suwarrow o Suvorov

Religione

La maggior parte della popolazione è cristiana protestante.

Collegamenti esterni

Testo tratto da Wikipedia - Isole Cook sotto la licenza CC-BY-SA-3.0 il 1 Agosto 2021
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