Agnone

Agnone (Agnèune in dialetto locale) è un comune italiano di abitanti della provincia di Isernia in Molise. Antica città sannita, dal XIII al XIX secolo fece parte del Giustizierato d'Abruzzo e dell'Abruzzo Citra, nel distretto di Lanciano.

Ospita la Pontificia fonderia di campane Marinelli, il più antico stabilimento al mondo per la fusione delle campane, autorizzato ad usare lo stemma pontificio e fondato intorno all'anno 1000. Come località turistica ha ottenuto importanti riconoscimenti per la sua qualità ambientale.

Geografia fisica

Territorio

Agnone è ubicata nell'alto Molise, a nord-est della provincia di Isernia e al confine con l'Abruzzo (provincia di Chieti). Si trova a di altitudine sul livello del mare, circondato da un paesaggio montuoso rivestito da boschi e praterie.

Storia

Epoca dei Sanniti

La tradizione vuole che Agnone sia sorta sulle rovine della città sannitica Aquilonia distrutta dai Romani durante la conquista del Sannio: nella zona sono stati recuperati diversi reperti archeologici, come la stele funeraria di Vibia Bonitas, conservata al Teatro Italo Argentino, nel centro storico della cittadina.

Importante centro durante la dominazione longobarda, andò poi decadendo nei secoli immediatamente precedenti il 1000, mentre la Valle del Verrino e le alture circostanti divennero luogo di eremi, piccoli monasteri e piccole colonie agricole.

Epoca medievale

Contea di Borrello

Alla fine dell'XI secolo Anglone compare tra i principali castelli (oltre cinquanta) che costituivano la Terra Borellense, cioè il vastissimo feudo della famiglia Borrello, posto tra l'Abruzzo meridionale ed il Molise settentrionale.

Nel 1139 la potentissima famiglia dei Borrello, conti di Pietrabbondante e capitani di ventura di Venezia, portò sul luogo un notevole numero di soldati e artigiani veneziani, probabilmente provenienti dalle colonie dalmate della "Serenissima" (lo scrittore veneziano Alvise Zorzi propone la provenienza di questo gruppo dalle colonie veneziane della Puglia, ma il riscontro rimane impossibile per assenza di documenti e la questione resta dubbia). Appare però evidente la fondazione veneziana del paese vero e proprio – sorto sul colle arcuato di fronte al Monte Saraceno – a causa dei chiari segni di cultura veneziana osservabili nel quartiere originario, quello della Ripa, altrimenti detto "borgo veneziano".

Dominazione degli Angioini e Aragonesi

L'importanza di Agnone andò crescendo nel periodo angioino e anche in quello aragonese, al punto che durante il regno borbonico delle Due Sicilie, la città fu tra le 56 città regie, direttamente dipendenti dal Re, libere da qualunque altra soggezione di tipo feudale, dotate di alto tribunale, con diritto di comminare pene capitali.

Epoca moderna

Dall'Ottocento al Novecento

La rivoluzione dei prezzi legata al primo sviluppo dell'industria italiana di fine Ottocento, tuttavia, intaccò quest'equilibrio, dando il via al fenomeno dell'emigrazione. Nonostante ciò, Agnone si distinse per spirito di iniziativa economica e culturale. Ad esempio, in pieno spirito positivista, grazie all'azione di alcuni spiriti illuminati tra cui il dottor Giuseppe Maria d'Onofrio, Agnone riuscì nell'impresa di essere elettrificata ben prima di Roma. Difatti risale al 1905 l'inaugurazione della centrale idroelettrica del Verrino, gestita dall'omonima società elettrica, che precedette di ben 8 anni la prima centrale elettrica di Roma, la centrale Montemartini.

Epoca fascista

Durante il Regime fascista, Agnone fu sede di confino per numerosi oppositori del regime, tra cui don Raimondo Viale, protagonista de "Il prete giusto" di Nuto Revelli.

Dal luglio 1940, nei pressi di Agnone sorse un campo di concentramento per ebrei, oppositori al regime e principalmente rom rastrellati in tutta Italia e nell'area della ex-Jugoslavia. Il prefetto locale a tale scopo, scelse e ottenne dal vescovo dell'epoca la concessione del convento di San Bernardino.Dopo l'8 settembre il campo venne aperto e le persone internate furono liberate.

Anni '50 e periodo contemporaneo

L'ultima crescita demografica, Agnone la ebbe negli anni quaranta, per poi subire una continua diminuzione dagli anni cinquanta ad oggi. Parallelamente - e paradossalmente - la cittadina vedeva i segni di un possibile sviluppo socio-economico, quali la nascita del locale ospedale civile e delle scuole superiori, tra cui il liceo scientifico , l'istituto tecnico Leonida Marinelli, l'istituto professionale. È poi da menzionare - nel primo dopoguerra - la nascita del teatro Italo Argentino (fondato grazie agli apporti degli agnonesi d'Argentina) che .

Monumenti e luoghi d'interesse

Musei

Museo internazionale della campana e fonderia Marinelli

Il museo internazionale della campana sorge accanto all'antica fonderia pontificia Marinelli, che è una delle imprese familiari più antiche nel mondo fondata nell'anno 1000. Le antiche fonderie del rame si trovano a pochi chilometri dal centro abitato, nella valle del fiume Verrino: sono delle antiche fonderie a funzionamento idromeccanico nelle quali si producevano dei semilavorati in rame che venivano poi inviati alle oltre 180 botteghe di ramai agnonesi che, da tali semilavorati, producevano tine, caldai e vari oggetti in rame.

Architetture religiose

Belvedere del cardo estremo e chiesa di San Marco Evangelista

Sul cardo medievale esterno della città c'è un belvedere trasformato in parco pubblico. A fianco c'è la chiesa di San Marco Evangelista.

La costruzione originale, romanica, risale all'XI secolo ed è connessa alla rifondazione del paese avvenuta sotto il dominio dei Borrello, legati alla Repubblica di Venezia. L'edificio originale fu infatti edificato da veneziani chiamati da Landolfo Borrello. La mancanza di un'abside semicircolare e la presenza del campanile sulla nuda facciata fanno pensare a un'inversione nel senso dell'asse principale in corso d'opera. La pianta è irregolare e la navata è singola e priva di transetto, mentre sono presenti cappelle laterali. Sono evidenti una serie di contribuzioni di epoche successive: archi in gotico veneziano precedono l'altare principale, mentre il portale è rinascimentale e il soffitto è a cassettoni policromi, in stile barocco veneziano. Barocchi sono pure gli altari in legno, mentre altri corredi spaziano in varie epoche. Ad esempio una pregevole statua della "Madonna col Bambino" è del XIII-XIV secolo mentre una statua di San Nicola è dello scultore settecentesco Giovannitti. L'edificio è stato restaurato ad opera della soprintendenza alle belle arti regionale.

Chiesa parrocchiale di San Francesco e convento

La chiesa di San Francesco è considerata monumento nazionale. Risalente al XIV secolo, ha un caratteristico portale gotico sormontato da un affascinante rosone. Da sottolineare la superba cupola a tamburo e l'originale campanile (con la parte finale in ferro battuto). All'interno della chiesa, con decorazioni di Ambrosio Piazza, si trovano ricchissimi altari e affreschi del molisano Paolo Gamba. Attiguo alla chiesa di San Francesco si trova l'ex convento dei Padri conventuali, con un chiostro (alle cui pareti si trovano affreschi rappresentanti la vita di San Francesco), sede della Biblioteca comunale e della Mostra permanente del libro antico con volumi rarissimi, tra cui un'antica copia dell'Opera Omnia di Platone, risalenti al XVI secolo.

Chiesa di Sant'Emidio

La chiesa di Sant'Emidio risale al XIV secolo, con un portale gotico, conserva al suo interno capolavori d'arte di Giulio Monteverde, Giacomo Colombo, Giovanni e Amalia Dupré. Caratteristiche sono le statue lignee dei 12 apostoli, a grandezza naturale, attribuite a scuola napoletana del 1650. Adiacente alla chiesa troviamo la biblioteca Emidiana, ricca di testi antichi dell'XI secolo.

La chiesa possiede una pianta rettangolare, conservando una facciata a capanna con portale trecentesco e rosone a oculo. Il portale presenta strombature e colonne tortili oppure cesellate con motivi vegetali, e si curvano formando un arco a sesto acuto, incassato in una ghimberga a spioventi. Presso la lunetta vi è il rilievo dell'Agnello mistico che porta la croce, e più sopra ancora la facciata la statua di Emidio benedicente, che con una mano regge il modellino della città di Agnone scossa da un terremoto, quella del 1096, che distrusse la primitiva chiesa, ragion per cui nei secoli successivi si provvide a una ricostruzione ex novo. Il campanile è una semplice torre ornata da una cuspide piramidale restaurata di recente in rosso.

L'interno ha due navate, con ampi archi durazzeschi, l'una coperta da soffitto a cassettoni, e l'altra da semplici capriate lignee medievali, ed è la più antica, corrispondente al portale. La navata barocca di destra conserva le tele della "Natività - Sacra Famiglia - Fuga in Egitto - Cristo tra i Dottori della Chiesa".

Chiesa di Sant'Antonio Abate

Si tratta della terza chiesa maggiore di Agnone, facilmente distinguibile per l'imponente mole e per il campanile più grande della città. Fu fondata nel 1128 a ridosso delle mura, con la realizzazione, dal corso Vittorio Emanuele, di una scalinata di 9 gradini, che fu risistemata nel 1965. La chiesa è stata modificata ovviamente nell'era barocca, conservando tuttavia l'impianto e l'esterno medievali a croce latina: la facciata è molto semplice e ha un portale architravato d'epoca rinascimentale. Il campanile è una robusta torre di 30 metri, scandita in livelli da cornici marcapiano, con in cima la cella campanaria.
L'interno è a navata unica, occupata da cinque altari per lato; sul fondo c'è l'altare maggiore in stile barocco, rivestito di marmo con la balaustra circostante. La parete di dietro è occupata da un quadro che raffigura la "Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci", nonché dai palchi lignei per il coro dei presbiteri. Ai lati del coro ci sono le tele di San Lorenzo e San Sebastiano, mentre i dipinti sul soffitto mostrano scene religiose come la Cacciata dal Paradiso, Abramo che sacrifica Isacco, il Giudizio Universale e Mosè che riceve le Tavole.

Testo tratto da Wikipedia - Agnone sotto la licenza CC-BY-SA-3.0 il 1 Agosto 2021

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