Bloody Sunday

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Bloody Sunday (domenica di sangue) fu un tragico evento accaduto il 30 gennaio 1972 a Derry, in Irlanda del Nord, quando soldati del 1º battaglione del reggimento paracadutisti dell'esercito britannico spararono contro una folla di manifestanti, colpendone 26 e causando la morte di 14 persone (la quattordicesima morì quattro mesi più tardi per le ferite riportate). Due manifestanti rimasero feriti in seguito all'investimento da parte di veicoli militari.

Due inchieste distinte promosse dal Governo del Regno Unito si tennero a distanza di 25 anni una dall'altra, la prima a ridosso dei fatti che assolse l'esercito britannico, la seconda nel 1998, la quale appurò pesanti responsabilità e abusi da parte dei militari del Regno Unito e ne censurò l'operato.

Il Bloody Sunday è considerato uno tra i più significativi eventi del conflitto nordirlandese per via della rilevanza mediatica causata dall'uccisione di 14 civili. L'episodio rinfocolò il nazionalismo filoirlandese dei cattolici dell'Ulster spingendoli all'arruolamento in massa nel corpo clandestino paramilitare noto come Provisional Irish Republican Army.

Storia

A partire dalla fine degli anni sessanta il clima politico dell'Irlanda del Nord era divenuto assai violento a causa del conflitto che opponeva i sostenitori dell'appartenenza della provincia al Regno Unito ai fautori della riunificazione dell'Irlanda. I primi, detti unionists, nome in genere usato per indicare i protestanti della middle class, o loyalists, nome usato per indicare i protestanti della working class che diedero vita all'UVF e all'UDA, erano protestanti o di nascita protestante, discendenti dei coloni britannici giunti in Irlanda a partire dal XVI secolo, e costituivano i due terzi della popolazione nordirlandese. I secondi, detti nationalists o republicans (secondo le differenze di classe già viste per i protestanti), erano cattolici o di nascita cattolica, discendenti degli antichi irlandesi, ed erano il restante terzo della popolazione ma anche la grande maggioranza sull'intera isola.

Da secoli gli unionisti detenevano il monopolio del potere politico e la gran parte delle risorse economiche, emarginando i cattolici. Nel 1970 l'organizzazione clandestina irlandese IRA (Irish Republican Army) aveva cominciato un'intensa azione di guerriglia contro l'esercito britannico e la polizia nordirlandese, la Royal Ulster Constabulary, difensori dello status quo e schierati con gli unionisti. Dal canto loro le formazioni armate unioniste (soprattutto l'UDA e l'UVF) facevano fuoco sui cittadini cattolici non riuscendo a individuare i membri dell'IRA.

La vita civile era ulteriormente sconvolta dagli scontri di piazza che opponevano i giovani protestanti e cattolici, e questi ultimi ai reparti antisommossa dell'esercito britannico e della polizia. Fra le tante norme speciali emanate dal governo unionista di Stormont (la sede del parlamento nordirlandese) per cercare di far fronte a una situazione sempre più difficile, una in particolare aveva suscitato sdegno e opposizione tra i cittadini cattolici nazionalisti, ed era quella che prevedeva linternment, ovvero la possibilità per le forze di polizia d'imprigionare una persona a tempo praticamente indefinito, solo con l'approvazione del Ministro degli Interni dell'Irlanda del Nord, senza processo.La situazione era tale che già centinaia di nordirlandesi in gran parte repubblicani si trovavano in carcere senz'alcuna prospettiva di esser rinviati a giudizio oppure rilasciati; la manifestazione di Derry (

Londonderry per gli unionisti) era organizzata dalla NICRA (Northern Ireland Civil Rights Association) e in realtà era solo una delle tante che si tenevano nell'Irlanda del Nord (Ulster per gli unionisti, mentre i nazionalisti chiamano la provincia Six Counties, le "Sei contee") per protestare contro questa negazione di basilari garanzie procedurali. I paracadutisti, comandati dal Colonnello Wilford, avevano ordine di disperdere la manifestazione (non autorizzata) e aprirono il fuoco, sostennero poi, perché fatti segno di colpi d'arma da fuoco. La sparatoria durò qualche minuto, e alla presenza di giornalisti e fotoreporter, si vide la folla disperdersi nel tentativo di sfuggire alle pallottole.

Cinque vittime inoltre furono colpite alle spalle. Nel 2003 un ex paracadutista britannico ammise di aver sparato, uccidendolo, a un manifestante che agitava un fazzoletto bianco.

I militari avevano l'ordine di disperdere la folla ma iniziarono a sparare contro i manifestanti in quanto, come da loro riferito successivamente, avevano sentito colpi d’arma da fuoco partire dalla folla, circostanza non suffragata da altre testimonianze.

Dopo la strage

La prima conseguenza della strage fu che nei quartieri cattolici di Derry e di altre città nordirlandesi molte persone vollero unirsi all'IRA tanto che l'organizzazione ebbe dei problemi ad assorbire tutte le reclute. Londra richiese al Primo Ministro nordirlandese, il protestante unionista B. Faulkner, i poteri in materia di ordine pubblico e giustizia, ma al rifiuto di questi emanò una norma (detta "direct rule", governo diretto) con la quale scioglieva il governo e il parlamento locali ed agiva direttamente, accrescendo ulteriormente da un lato la tensione e dall'altro i poteri dell'esercito e della polizia.

Una commissione d'inchiesta governativa, affidata a Lord Widgery, fu nominata per valutare i fatti del

Bloody Sunday. Questa commissione non comminò alcuna condanna, accogliendo pienamente la tesi difensiva dei militari, secondo i quali questi non avrebbero attaccato per primi, ma avrebbero solamente risposto al fuoco. Dell'accaduto, pur se definito unanimemente "strage", non furono rintracciate responsabilità penali. Sembra invece sempre più certo che nessuno dei dimostranti fosse armato. Molti studiosi hanno sostenuto che l'istituzione della commissione Widgery sia stata il frutto di una frenetica trattativa fra il governo di Londra e i dirigenti dell'IRA, e la tesi sembrerebbe trovare ulteriori conferme nella registrazione dell'incremento dell'attività militare dell'esercito clandestino (si suppone per ritorsione) dopo il verdetto assolutorio.

Altre ipotesi sono state avanzate, cui si attribuisce minor credito, e una vorrebbe che il Bloody Sunday fosse più o meno stato intenzionalmente attuato, per provocare una reazione emotiva generale che potesse giustificare una repressione armata definitiva. Per quanto non inverosimile, e quindi non da escludersi a priori, questa teoria non tiene conto delle pesanti ripercussioni effettivamente prodottesi presso l'opinione pubblica già in madrepatria, dove la privazione di alcuni diritti costituzionali provocò ulteriore (e grave) dissenso, anche perché la discussa norma non era stata pubblicizzata come d'ordinario, e di conseguenza molti inglesi non ne erano perciò a conoscenza prima d'allora, il che evocò una prevedibile ondata di simpatia, quasi di vicinanza nel cordoglio, per gli irlandesi.

Si ritiene che, con il passare del tempo, l'eccidio del

Bloody Sunday abbia radicalizzato la popolazione repubblicana e cattolica dell'Irlanda del Nord, spostandone i consensi dalle organizzazioni pacifiche all'IRA, e facendone mutare le rivendicazioni dal riconoscimento dei propri diritti civili e politici all'indipendenza dal Regno Unito con contestuale riunificazione dell'Irlanda.

Eventi successivi

La campagna dell'IRA contro l'occupazione britannica dell'Irlanda del Nord era in corso già da due anni, e l'eco dell'evento incoraggiò l'arruolamento nell'organizzazione. La Domenica di sangue resta tra gli eventi più significativi della storia recente dell'Irlanda del Nord, probabilmente anche perché avvenuta sotto gli occhi di telecamere e giornalisti.

Il governo britannico condusse due inchieste:

  • Il "Widgery Tribunal", tenutosi in seguito al verificarsi dei fatti, prosciolse largamente l'autorità ed i soldati britannici da ogni colpa, ma fu da più parti criticato come un "insabbiamento", compreso l'ex capo di gabinetto di Tony Blair, Jonathan Powell.
  • La "Saville Inquiry", stabilita nel 1998 per gettare nuova luce sui fatti (presieduta da Lord Saville di Newdigate). Il documento - composto da migliaia di pagine - fu fornito al governo inglese a giugno 2010 dopo molti ritardi. Il 15 giugno 2010 il primo ministro del Regno Unito David Cameron ha presentato le conclusioni del rapporto a firma di Lord Saville di Newdigate commissionato alcuni anni prima dal Governo britannico, che condanna senza alcuna giustificazione la condotta tenuta in quelle circostanze dall'esercito inglese. Il primo ministro del Regno Unito ha così concluso: «Sono patriottico e non voglio mai credere a niente di cattivo sul nostro Paese, ma le conclusioni di questo rapporto sono prive di equivoci: ciò che è successo il giorno di Bloody Sunday è stato ingiusto e ingiustificabile. È stato sbagliato».

Nel Bogside, il quartiere di Derry in cui avvenne la strage, è nel frattempo stata creata un'importante raccolta di

murales, con finalità di memoria di questo e di altri fatti di sangue connessi al conflitto; il più famoso descrive Edward Daly (successivamente ai fatti, vescovo cattolico della città, noto anche per le sue coraggiose prese di posizione) mentre collabora al salvataggio dei feriti.

Vittime

John (Jackie) Duddy (17 anni), ucciso con un colpo al petto nel parcheggio dei Rossville Flats (un complesso di palazzi di edilizia popolare in Rossville Street). Quattro testimoni affermarono che era disarmato e stava scappando dal reggimento di paracadutisti quando fu ucciso. Tre di loro videro un soldato prendere attentamente la mira sul ragazzo mentre correva. Era zio del pugile irlandese John Duddy.*

Patrick Joseph Doherty (31 anni), ucciso da un colpo alle spalle mentre tentava furtivamente di mettersi al riparo nello spiazzo antistante i condomini di Rossville. Doherty fu fotografato ripetutamente dal giornalista francese Gilles Peress sia prima che dopo la sua morte. Nonostante la testimonianza del "Soldato F" che fece fuoco sull'uomo…

Testo tratto da Wikipedia - Bloody Sunday (1972) sotto la licenza CC-BY-SA-3.0 il 1 Agosto 2021

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